Tendenze e moda, aerodinamica e prestazioni, le voci che si rincorrono sull'uso delle calze alte tra i ciclisti sono numerose. Sicuramente tutto quello che vediamo in tv e sui social, indossato dai PRO’, in qualche modo ci condiziona, ci spinge a pensare che se usata da “loro” qualche effetto positivo sulla performance ci sarà.
Bradley Wiggins è stato uno dei primi ad indossare calze da ciclismo particolarmente lunghe, facendolo diventare quasi un suo simbolo distintivo.
Sir Wiggo era solito indossare calze alte in diverse gare a tappe. Ciò che era iniziato come una questione estetica, ha dato il via ad una pratica per aumentare le prestazioni.
L'Uci, negli ultimi anni, ha poi imposto una limitazione della lunghezza delle calze da ciclismo, in risposta a un problema strettamente legato alla strategia Marginal Gains che il Team Sky, attuale Team Ineos, stava portando avanti.
La scelta dei calzini da parte della squadra non sembrava avere alcun effetto sulle prestazioni, ma l'Uci è dovuta comunque intervenire perché non era dettata da strategie commerciali dei produttori, bensì dalla ricerca di vantaggi aerodinamici esasperati.
Proprio il fatto che siano esasperati, porta noi di PRO’ line a pensare che un reale ed effettivo vantaggio nell’uso di calze più alte non ci sia ed inoltre, per noi comuni amatori ed amanti del ciclismo, i Marginal Gains sono pura utopia.
L’altezza media delle nostre calze è di 18 cm, i nostri modelli vanno da un'altezza minima di 17 cm ad una massima di 22 cm (consideriamo sempre come punto di partenza il tallone).
Non rincorriamo mode, rincorriamo design unici, crediamo che le nostre calze rappresentino l’esatto compromesso tra stile e design, comfort e leggerezza, sono progettate per i nostri #fluothinker a cui noi rimaniamo fedeli, tenendo sempre bene in mente che la qualità è la nostra risorsa più importante e quella a cui prestare sempre maggiore attenzione.